Danilo Dolci. La Sicilia dei poveri cristi by Giovanna Ceccatelli

autore:Giovanna Ceccatelli [Ceccatelli, Giovanna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Clichy
pubblicato: 2022-07-17T22:00:00+00:00

Il metodo maieutico e la forza della comunicazione

«Dicono che ai ragazzi non interessa studiare, sapere. È vero che in certe condizioni giovani e adulti risultano come spenti, senza alcuna voglia di venire a scuole ove si sprecano giorni mesi e anni».

La riflessione sull’educazione e l’elaborazione di un metodo per cambiare profondamente il modo di educare bambini e giovani e, insieme, le relazioni fra loro e gli adulti, sono per lungo tempo al centro del pensiero di Danilo Dolci e dei collaboratori a lui più vicini, dopo il primo periodo di lotte, proteste e provocazioni per modificare, con un approccio più diretto e immediato, le terribili condizioni di vita di quella stessa comunità. E anche se quelle lotte hanno già cominciato a cambiare la percezione di sé e del proprio ambiente, rendendo le persone più consapevoli delle ingiustizie in cui hanno vissuto per tanti anni, Dolci comincia a realizzare che solo con un lavoro molto più profondo e paziente sul rapporto di ogni individuo con se stesso e con il proprio gruppo e comunità, solo con una riflessione metodica sulle forme di comunicazione e sulla differenza fra dominio e potere, sarebbe stato possibile modificare davvero quell’angolo di mondo e la sua realtà politica, sociale e culturale. E di nuovo, elaborazione astratta e rapporti sociali quotidiani si intrecciano nel suo pensiero e nella sua azione per realizzare una concretissima utopia.

È ancora la testimonianza di Gigia Cannizzaro che ci spiega questo processo: «Incontravo sempre Danilo e partecipavo alle sue iniziative. Egli rifletteva sul modello della maieutica. In tutti i suoi libri è sempre presente questo anelito alla comunicazione. Il modello socratico coincide con la capacità di trarre fuori da ciascuno il patrimonio che abbiamo dentro e che a volte non è noto neanche a noi stessi. Con il passare del tempo Danilo cercava di formalizzare questo metodo educativo. La maieutica è un mezzo, non è un fine: attraverso di essa siamo in grado di comunicare innanzi tutto con noi stessi, e negli ultimi anni della sua vita egli ha diffuso fra gli insegnanti e gli studenti questo messaggio».

Attraverso questo metodo, che è innovativo proprio nella struttura e nella sostanza delle relazioni quotidiane, l’apprendimento si accompagna così alle emozioni, alla scoperta della insospettata ricchezza del mondo intorno a noi, e insieme delle intime connessioni fra le cose, della natura più nascosta di esse e dei rapporti fra noi e gli altri.

Come spiega molto bene anche Ernesto Balducci nella sua Prefazione del libro Danilo Dolci educatore:7 «L’educazione è, per Danilo, il processo rivoluzionario con cui si mobilitano dal basso le coscienze perché progettino per proprio conto, in una rete di comunicazione orizzontale, tutte le coscienze della Terra, per una democrazia sostanziale. Non ci vuole molto per capire che ormai, se le rivoluzioni violente sono da ritenere sterili, anzi impossibili, altra rivoluzione non ci sarà che quella pazientemente sperimentata da lui nel profondo Sud, là dove ora imperversa la mafia».

È ancora Danilo, in un testo ripubblicato grazie alla disponibilità del figlio Amico,8 a rivelare le origini

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